La prevenzione e la lotta alla dispersione scolastica e all’abbandono precoce sono uno degli obiettivi individuati dalla strategia europea ET2020 (Education and Training) nel settore istruzione. L’Unione Europea si propone di raggiungerli attraverso alcuni interventi tra cui quello della riduzione della percentuale di “early leavers”, gli studenti che abbandonano prematuramente gli studi, al di sotto della soglia del 10% entro il 2020.
In Italia l’obbligo scolastico prevede il conseguimento di un diploma di istruzione secondo grado o comunque almeno titolo di studio triennale entro i 18 anni di età. Le ragioni che stanno dietro il mancato successo scolastico sono le più varie, tra queste prevalgono le difficoltà di apprendimento, la scarsa motivazione, l’emarginazione socio-economica, una scelta del percorso scolastico precoce che si rivela poi errata. Le conseguenze comportano per il singolo individuo lo sviluppo di uno svantaggio sociale dovuto principalmente alla difficoltà di trovare uno sbocco soddisfacente nel mondo del lavoro e per la comunità ne deriva una scarsa coesione sociale.
In Italia, anche se per la verità questa è una tendenza europea, il fenomeno della dispersione scolastica è al maschile.
Dal grafico (dati di Eurostat aggiornati al 2017) si possono trarre alcune considerazioni generali. Nei primi anni Duemila il tasso di dispersione relativo agli studenti italiani maschi sfiorava il 30%, laddove quello femminile iniziava già a scendere sotto il 20%, e solo nel 2017 è arrivato a livelli paragonabili a quelli che in Europa erano i valori medi di quindici anni prima.
Il divario riportato dagli studenti maschi italiani rispetto alle studentesse è sempre stato elevato, restando costantemente superiore del 50% rispetto a quello di queste ultime. Tre abbandoni su cinque sono di studenti, due sono di studentesse. Nei primi anni Duemila il distacco si aggirava intorno all’8% e sebbene si sia ridotto con il passare degli anni si mantiene ancora oggi intorno al 5%. Nel tempo cala ai livelli delle studentesse con un ritardo di circa dieci anni. Queste ultime sono ormai sempre più vicine alla media generale (maschi e femmine) europea e all’obiettivo ET2020 del 10%, anche se la media generale italiana è nell’anno 2017 del 14%. Ci sono quindi ancora 4 punti di troppo per scendere sotto la soglia entro l’anno 2020.
Nel 2017 risultano esserci già 18 Stati membri sotto il 10% mentre si collocano al di sopra della soglia 10 Stati, fra cui anche l’Italia. Il tasso di dispersione più basso registrato nel 2017 è quello della Croazia (3,1%) mentre in coda si collocano la Spagna (18,3%) e la Romania (18,1%).